Nasce a Roma il 9 aprile 1926. Dopo l’8 settembre 1943, da antimonarchico qual era, si schierò con la Repubblica sociale italiana, arruolandosi nel reggimento paracadutisti Nembo, poi Folgore, combattendo a Nettuno per poi essere di stanza al passo del Piccolo San Bernardo e finire prigioniero nel campo di concentramento di Parabiago (maggio 1945-ottobre 1946).
Tra il 1949 e il 1951 collaborò con diverse testate giornalistiche (Il Paese, Il Paese sera, Il quotidiano sardo, La voce adriatica, La Gazzetta di Mantova, La Gazzetta di Livorno, La Gazzetta Padana, Il progresso d’Italia, Il giornale dell’isola…).
Laureatosi in giurisprudenza alla Sapienza di Roma nel 1950, nello stesso anno conobbe Gianni Rodari all’osteria Fratelli Menghi, in via Flaminia, 57, a Roma, ritrovo di artisti e intellettuali di sinistra. Dopo una lunga serata passata a chiacchierare, Rodari gli propose di collaborare al Pioniere, settimanale per ragazzi edito dal PCI che dirigeva da qualche mese.
Lavorò quindi al Pioniere dal 1950 al 1962, divenendone col tempo vicedirettore e creando, con Gabriella Parca, il personaggio di Chiodino. Questi apparve per la prima volta a fumetti, su disegno di Vinicio Berti, nel dicembre 1952, riscontrando uno straordinario successo editoriale, tanto da uscire due anni dopo in forma di romanzo, suscitando le ire democristiane (Italo Borzi sul settimanale La discussione, agosto 1954, accusò Chiodino di essere la versione comunista di Pinocchio, asserendo che “la preoccupazione di inserire i fanciulli nella società in cui vivono per farne dei cittadini rispettabili non può albergare nell’animo dei comunisti il cui vero scopo è la rivolta contro lo Stato, per accelerare la conquista del potere”). Polemica cui rispose pacatamente lo stesso Gianni Rodari in un articolo su l’Unità l’11 agosto 1954 (Le avventure di un Pinocchio bolscevico).
Nello stesso periodo collaborò ai fotoromanzi editi dal PCI.
Dopo la chiusura della testata, diresse il Pioniere dell’Unità, inserto settimanale del quotidiano l’Unità, tra il 1963 e il 1966, creandovi il personaggio di Atomino.
Tra il 1966 e il 1971 collaborò con la RAI per i programmi televisivi per bambini Giocagiò, Il paese di Giocagiò e Il gioco delle cose e con il periodico praghese Zlaty Maj.
Tra il 1966 e il 1974 collaborò con il periodico Noi donne dell’Unione donne in Italia (UDI), pubblicandovi o ripubblicandovi le storie di Atomino.
Nel 1968 diresse il periodico bisettimanale Atomino, dell’editore Morano di Napoli (ne uscirono solo 6 numeri).
Dal 1977 al 1985 fu curatore della collana “Biblioteca giovani” per gli Editori Riuniti.
Ha poi collaborato a molte riviste pedagogiche e di letteratura per l’infanzia (Riforma della scuola, L. G. Argomenti, Schedario, L’albero a elica, C’era due volte…).
Muore a Roma il 14 ottobre 2014.
Storia archivistica
Il materiale è pervenuto in 8 scatoloni contenenti cartelline, registri ad anelli e carte sciolte. Lo stato della documentazione è complessivamente buono, soprattutto se si considera la presenza di carte facilmente deperibili come quelle dei quotidiani degli anni '40 e '50, e in un non eccessivo disordine, per cui il lavoro di riordino e di inventariazione è potuto procedere senza troppe difficoltà.
Modalità di acquisizione
Donazione da parte di Maria Luisa Boccia.
Struttura
Dopo l’analisi della documentazione sono state individuate quattro serie: in testa quella relativa alla documentazione più personale di Marcello Argilli, segue la documentazione sulla sua attività lavorativa, la corrispondenza e per ultima la serie composta dai lavori di altri autori riguardanti Argilli.
Strumenti di ricerca
Il lavoro di schedatura, riordinamento e inventariazione è opera di Andrea Gasbarri con la supervisione di Nicoletta Valente per Memoria srl. L'attività è stata svolta nel corso del 2019.